La favola di Biancaneve e i sette nani, scritta dai fratelli Grimm, la conosciamo tutti, l’abbiamo ascoltata da bambini e visto il cartone più e più volte.
Dopo 400 giorni di chiusura il parco divertimenti Disneyland riapre, ma finisce subito al centro di un altra bufera ( perché non bastava già il covid-19).
Due giornaliste californiane dopo aver visionato il parco e visto l’attrazione dedicata a Biancaneve e i sette nani pubblicano un articolo scrivendo: “Le dà il “bacio del vero amore” per liberarla dall’incantesimo, ma è un bacio che le dà senza il suo consenso mentre lei dorme. Non siamo già d’accordo sul fatto che insegnare ai bambini a baciarsi quando non è stato stabilito se entrambe le parti sono disposte a impegnarsi, non va bene? “
È subito polemica in tutto il mondo, anche la favola di Biancaneve adesso sembrerebbe essere dannosa per i più piccoli, lanciando anch’essa messaggi errati (vedi i casi Peter Pan, Aristogatti e Dumbo).
Ma quel bacio del Principe è da considerarsi come atto compiuto senza consenso o va visto come l’unico gesto, la “medicina” che può salvare quella povera Biancaneve dal suo stato di morte apparente?
Ciò che dovremmo chiederci davvero è cosa traggono i bambini da queste favole, perché non domandarglielo?
Invece di sentenziare noi adulti per loro, forse dovremmo iniziare a comunicare di più coi nostri piccoli, insegnare, ascoltare e spiegargli cosa è giusto e cosa è sbagliato.
E sono sicura che loro, i bambini che tanto stiamo cercando di proteggere ultimamente in modo quasi ossessivo, sapranno stupirci.