Disney vieta ai minori di 7 anni Peter Pan, Dumbo e Gli Aristogatti. Benvenuti nell’era del politically correct e dell’eccesso di “buonismo”.
Politically correct, quante volte ne abbiamo sentito parlare?
Il politicamente corretto, in italiano, è la linea di opinione e atteggiamento sociale di attenzione al rispetto soprattutto di determinate categorie di persone. Liberi da ogni tipo di pregiudizio razziale, religioso, di genere, età e orientamento sessuale o relativo a disabilità.
Sono cresciuta, come la maggior parte di voi, guardando i cartoni della Disney. “Gli Aristogatti”, “Peter Pan” e “Re Leone” erano i miei preferiti. Ho visto “Grease” un infinità di volte e so che “Via col vento” è un cult, uno di quei film che non puoi non guardare almeno una volta nella vita.
“Grease” è stato definito misogino e sessista sui social, “Via col vento“, rimosso per fino dalle piattaforme di streaming, perché razzista e classista. Stiamo parlando, per quei pochi che non lo conoscono ancora, di un film del 1939 ambientato durante la guerra di secessione. Vinse 8 Oscar, di cui uno, notate bene, andò all’attrice Hattie McDaniel come miglior attrice non protagonista. Fu la prima donna afroamericana a vincere un Oscar.
Adesso Disney ha deciso che “Dumbo“, “Peter Pan” e “Gli Aristogatti“ possono essere guardati solo dopo un apposito avviso che avverte sui contenuti dannosi.
DANNOSI, sì. Perché i nativi americani in Peter Pan vengono chiamati “pelle rossa”, il gatto siamese degli Aristogatti, Shun Gon, viene rappresentato con le sembianze caricaturali asiatiche e in Dumbo i corvi con il loro numero musicale ridicolizzano la schiavitù.
E tutte le volte in cui nei film, cartoni, o serie tv i criminali hanno nomi italiani e parlano con accento meridionale? Perché offendersi? La malavita nel mondo l’abbiamo diffusa noi italiani che ci piaccia o no. Appena 40 anni fa l’ultimo paese ha vietato lo schiavismo. Fino agli anni 60 l’America era per lo più razzista, classista e misogina. Nel resto del mondo, oggi molti paesi lo sono ancora.
Un film racconta una storia e la storia appartiene sempre a un passato, prossimo o remoto che sia. Non possiamo cambiarlo, né condannare chi sceglie di raccontarlo. Perché cercare di cancellare gli errori del passato può essere pericoloso. Abbiamo commesso errori e film come “Via col vento” raccontano di quegli errori. “Peter Pan” è un personaggio nato agli inizi del Novecento e in quegli anni i nativi americani venivano ancora chiamati pellerossa.
Siamo nell’era del politically correct e dell’eccesso del buonismo. Negli anni della propaganda del perbenismo ad ogni costo. Ma questa corsa alla censura chi sta davvero proteggendo? I più deboli? O è solo un tentativo di proteggere se stessi da responsabilità, un tentativo di pulirsi le coscienze?